1976-1981: COMETA X
1955: il 30 novembre nasce William Michael Albert Broad, a Edgware
(Middlesex), Londra. Figlio di William Alfred e Johanna O’Sullivan. La musica
fa già parte del suo lignaggio: la nonna materna, irlandese, suona ben 14
strumenti.
1958: i Broad si trasferiscono in America. Billy, appena un bimbo, cresce a
New York.
1959: il 5 maggio nasce Steven Bruce Schneider a Brooklyn, New York. In
futuro, sarà conosciuto con il nome d’arte di Steve Stevens.
1962: i Broad ritornano in Inghilterra.
1963: Billy acquista il suo primo vinile, il 45 giri dei Beatles She Loves You. Rimane folgorato dalla
musica...
1968: Billy e Steven Bailey fanno amicizia.
1973: Billy porta i capelli lunghi come John Lennon, il suo eroe. Da grande
appassionato di rock, ascolta Elvis Presley, Doors, David Bowie e Lou Reed.
1975: Billy diventa una matricola dell’Università del Sussex e studia letteratura e filosofia.
1975: Billy diventa una matricola dell’Università del Sussex e studia letteratura e filosofia.
1976: a gennaio, il ragazzo fonda una band denominata The Rockettes assieme a: Steve Upstone (basso); Rob Harper
(chitarra solista) e Phil Siviter (batteria). Billy riveste il duplice ruolo di
cantante e chitarrista ritmico. I Rockettes eseguono cover di vario genere, tra
cui Beatles e Doors.
Billy
e il suo migliore amico, Steven Bailey (il futuro Banshee conosciuto con il
nome da battaglia di Steve Severin), si
associano ai primi ragazzi punk, pionieri assoluti dell’underground londinese.
I due entrano a far parte del famoso Bromley
Contingent, il manipolo di sostenitori dei Sex Pistols. In questo periodo,
i Rockettes fanno un’audizione per Malcolm McLaren, ma il guru del punk addita
Upstone come potenziale vera star del gruppo e, nel complesso, boccia la
performance.
A
luglio, i Rockettes si sciolgono. A quel punto, Billy finalmente incontra il
bassista e lyricist Tony James, quando quest’ultimo risponde ad un’inserzione
dello stesso Billy pubblicata su Melody Maker.
In
agosto, sia Billy che Tony rispondono ad un altro annuncio, sempre su Melody
Maker, in cui ricercano musicisti per formare una band ruotante attorno all’eccentrico
cantante Gene October. L’iniziativa è curata dal manager di October, John
Krivine. L’annuncio attrae anche John Towe (batteria), reduce dalla militanza
nei London SS come James. I ragazzi provano insieme e, di comune accordo, danno
vita alla prima formazione dei Chelsea.
A
settembre, Billy mette a disposizione il furgone del padre per accompagnare il
Bromley Contingent a Parigi, dove i Sex Pistols terranno un memorabile
concerto. Rotten e i suoi pirati moderni, infatti, si esibiscono il 3 al Club
De Chalet Du Lac, e la Francia finalmente conosce la furia del punk.
Tornato
in Inghilterra, Billy si dedica nuovamente al progetto Chelsea. Nei primi tempi
come militante del movimento punk, il ragazzo si era tinto i capelli di nero e
aveva scelto un taglio del tutto identico allo Spock di Star Trek. Ora, come conseguenza di un “incidente” di percorso dal
suo parrucchiere, acquisisce i famosi capelli color biondo platino (sebbene non
ancora “spiky”, schizzati in aria). Immediatamente, realizza di aver acquisito un
aspetto più incisivo e vincente.
Il
debutto dei Chelsea avviene il 18 ottobre, in supporto dei Throbbing Gristle, e
la performance viene addirittura filmata per la televisione. Billy si presenta
ufficialmente come “William Broad”.
L’ultimo
concerto è al Nashville, il 21 novembre. Dopo l’esibizione, giunti al momento
dell’encore, il resto della band prende il sopravvento su October e sale sul
palco senza di lui, eseguendo le poche canzoni scritte da Broad/James, ancora
inedite, e facendo cantare Billy. A causa di insanabili divergenze umane e
musicali, la formazione si scioglie definitivamente dopo l’evento. Broad, James
e Towe decidono di continuare insieme, mentre October mette in piedi una nuova
line-up dei Chelsea.
Billy
assume il ruolo di vocalist, e la band, pertanto, si attiva per cercare un
chitarrista. I ragazzi scelgono il nome Generation
X, rubato dal libro di Jane Deverson and Charles Hamblett (la cui copia era
proprietà della madre di Billy), per intraprendere il loro nuovo percorso.
Billy
decide inoltre di cambiare nome. Balena nella mente il ricordo di una nota
dell’insegnante di chimica, alle superiori, che recitava sul registro: “William
is IDLE” (“William è PIGRO”). Nell’ambito di un’intervista giornalistica importante,
Billy decide infine di storpiare con un fine in parte edonistico, in parte
ironico, il termine “idle” in “idol” - dunque ribattezzandosi definitivamente BILLY IDOL.
La
nuova identità prosegue la lunga tradizione della musica inglese, che ha visto
succedersi diversi cantanti con nomi d’arte fantasiosi: Billy Fury; Johnny
Kidd; Marc Bolan; David Bowie; Gary Glitter; Johnny Rotten.
A
completare il puzzle dei Generation X, sopraggiunge il chitarrista Bob “Derwood”
Andrews, che Idol scopre il 4 dicembre, mentre il giovane diciassettenne suona
in una band chiamata Paradox.
Il
quartetto è ora completo. Il 10 dicembre, dopo il reclutamento di Derwood, il
gruppo esordisce alla Scuola Centrale di Arte e Disegno, e il 14 dello stesso
mese approda al famoso locale Roxy, all’epoca appena inaugurato.
1977: i Generation X cominciano a lavorare seriamente. Da subito, sviluppano
il loro personale stile, coniugando il pop melodico con il punk rock in un mix
inedito e galvanizzante. Il loro sound è permeato di una freschezza e di una brillantezza
reminiscenti degli anni sessanta, qualità in parte mutuate dagli Who. La musica
è il puro parto di Idol, mentre le lyrics sono appannaggio di James. I ragazzi
inoltre adottano un’immagine “pop art”, in bilico tra pelle nera e t-shirt
stilizzate e colorate, in perfetta linea con la loro ibridazione artistica.
I Generation
X si lanciano a capofitto in una lunga serie di gigs e cominciano anche ad
incidere in studio, raffinando le loro prime canzoni. Il 28 marzo, si
esibiscono a Parigi assieme ai Police e agli Jam sul palco del Palais des
Glaces. Il 12 aprile, registrano una performance live per il famoso John Peel
Show della radio BBC.
Idol
e James decidono che Towe è l’anello debole, e decidono di cambiare batterista.
Trovano, a maggio, un nuovo perno nel diciottenne Mark Red Laffoley,
proveniente dai Subway Sect, che cambia prontamente nome in Mark Laff. Il primo concerto della
seconda formazione è il 14 giugno.
Billy
assume per un breve periodo, alternatamente, i capelli viola e i capelli neri, per
poi tornare alla sua iconica capigliatura platinata.
Il
13 luglio, la band firma un contratto a lunga gittata con la Chrysalis Records,
e si mette a lavoro sul suo primo singolo.
Il
45 giri Your Generation/Day By Day viene finalmente pubblicato
il 1° settembre. Sei giorni dopo, i Generation X sono ospiti di Marc Bolan
(T.Rex) nella sua famosa trasmissione “Marc”, e lì, a riprese ultimate, rubano il
drum kit presente in studio, suscitando l’ira dell’emittente. Il 14 settembre,
invece, approdano a “Top of the Pops”, cavalcando l’onda del successo del
singolo, giunto intanto al #36 della classifica UK.
La
band continua a tenere concerti e a incidere il suo primo 33 giri in studio. Il
18 novembre, viene lanciato il secondo singolo Wild Youth/Wild Dub, che
fa conquistare al quartetto una seconda apparizione a “Top of the Pops”.
Nonostante il 45 giri non entri in classifica, la popolarità dei giovani
ragazzi è oramai innegabile. In Wild
Youth, Billy ha modo di estrapolare dalle sue corde vocali il timbro rauco
e aggressivo che, in futuro, contribuirà a fare la sua fortuna.
In
TV, il ragazzo calza con disinvoltura pantaloni di pelle nera abbinati alle famose
t-shirts, pregne di figure geometriche e cromatismi pop art.
I
Generation X si sono finalmente imposti come una promettente stella del
firmamento punk, sebbene il loro bacino d’utenza sia prevalentemente costituito
da ragazzine e adolescenti.
1978: dopo ulteriori concerti e apparizioni televisive di spicco, la band
lancia il terzo singolo: Ready Steady Go/No No No. Il 45 giri giunge alla
posizione #47. Per la terza volta, il quartetto appare a “Top of the Pops”.
A
marzo, viene finalmente lanciato l’album di debutto, l’eponimo Generation X. Nel disco, il quartetto ha
modo di scaricare sull’ascoltatore la sua scoppiettante miscela di pop e punk,
attingendo vaghe influenze persino dal metal (l’assolo di chitarra in Youth Youth Youth). Alcuni brani sono
strutturati come mini-opere alla Who, come ad esempio Promises Promises e Kiss Me
Deadly. La voce di Idol è, a quel punto, cristallina, pura, spesso
violentemente lanciata su toni acuti, perfettamente melodica.
Il
disco balza alla posizione #29 della classifica UK, e riscuote una promettente risonanza
di vendite. Billy & company si imbarcano, per mesi, in un lungo e
remunerativo tour.
A
maggio, si esibiscono al prestigioso Paris Theatre. Successivamente, Idol vola
da solo in America, per due settimane, al fine di promozionare la versione americana
del 33 giri d’esordio.
Ad
ottobre, negli autorevoli Olympic Studios cominciano le registrazioni del secondo
album, Valley of the Dolls, sotto la
guida di Ian Hunter (ex Mott The Hoople). L’architetto del progetto è Tony
James, che spinge la band a virare verso uno stile “americanizzato” e una
flirtazione intensa con il glam rock acerbo e selvaggio degli inizi degli anni
settanta.
A
novembre, il tour prosegue con i Cure come opening act. I Generation X sbarcano
all’arena di Wembley.
Le
incisioni del secondo album vanno avanti, seppur fra vari problemi ed
incomprensioni all’interno dell’organico. Per volontà di Ian Hunter, subentra
in studio il batterista Clive Bunker (ex Jethro Tull), inizialmente per
incidere le parti di batteria al posto di Mark. Alla fine, però, Laff e Bunker sviluppano
un modo per poter suonare insieme, in totale sinergia, rispettando lo stile e i
pattern di Laff e, al contempo, dando vita ad un sound potente e tribale,
esplicitato in tracce come Running with
the Boss Sound e Night of the
Cadillacs. Le tracce più intimiste sono, invece, affidate al solo Laff.
1979: i Generation X lanciano sul mercato il singolo King Rocker/Gimme Some Truth,
che diventa il loro grande successo di sempre e che gli vale la quarta
apparizione a “Top of the Pops”. Il 45 giri conquista la posizione #11 della
classifica britannica. La band si presenta con un nuovissimo look, una sorta di
taglio neo-dandy, flebile antesignano del new romantic. Billy sfoggia una croce
di ferro tedesca al colletto della camicia.
Il
26 gennaio, finalmente, il 33 giri Valley
of the Dolls viene pubblicato in pompa magna dalla Chrysalis. L’album è
meno grezzo e granitico del precedente, ma più eclettico; coniuga il glam e il
punk, aggiungendoci persino un pizzico di sapore statunitense, specialmente
negli episodi atmosferici. La produzione di Ian Hunter è sofisticata, mentre il
songwriting di James dipinge un mondo di bambole e star decadute, una
dimensione rock e vanesia che non manca di rivelarsi letale e pericolosa per i
personaggi che vi abitano.
Il
disco si attesta alla casella #51 della classifica, disattendendo le
aspettative di band e casa discografica in un colpo solo. I Generation X si
gettano a capofitto in radio, televisioni e, soprattutto, concerti, al fine di
incrementare le vendite della loro seconda opera.
Il
23 marzo, viene pubblicato il singolo Valley
of the Dolls/Shakin’All Over, che
segna un ottimo piazzamento al #23 della classifica e rende il gruppo protagonista
di due apparizioni a “Top of the Pops”. Nel brano Valley of the Dolls, esordisce discograficamente l’urlo di Billy
Idol, in tempi non sospetti...
Nel
frattempo, i critici remano contro e si esprimono a sfavore, anticipati qualche
tempo prima addirittura da Elton John. Idol, in particolare, è nel mirino di
alcuni colleghi illustri: Freddie Mercury addita la sua smorfia presleyiana e
Johnny Rotten, invece, clamorosamente lo definisce “Il Perry Como del Punk”.
A
maggio, i dissidi interni nel quartetto diventano insostenibili, e Derwood si
separa momentaneamente dai compagni per poche settimane.
A
giugno, la Chrysalis lancia l’ultimo singolo dell’album, Fridays Angels/Trying for
Kicks/This Heat, che raggiunge
solo la posizione #62. Lo stesso mese, i Generation X partono per il Giappone e
tengono una serie di concerti lì. Sarà proprio in una discoteca giapponese che,
a Tony James, verrà l’ispirazione per le lyrics di Dancing with Myself...
Al
ritorno in Inghilterra, le luci della ribalta sono spente e i fasti di King Rocker si sono definitivamente dissipati.
La band si chiude in studio per lavorare ad un nuovo disco, Sweet Revenge, ma la situazione tra le
due “metà” (Idol/James e Derwood/Laff) è ormai incandescente.
Il
19 dicembre, Derwood lascia definitivamente i Generation X e le recording
sessions di Sweet Revenge.
1980: il 23 gennaio, Billy e Tony estromettono Mark Laff dalla band. A questo
punto, i Generation X sono spiritualmente evaporati nel nulla.
Tony
trova un nuovo manager ideale nel famoso Bill Aucoin (uno dei fautori del
successo dei Kiss) e, conseguentemente, lui e Billy decidono di aprire un nuovo
capitolo della loro epopea musicale. Aucoin accetta il sodalizio in quanto intravvede,
in gran segreto, grandi potenzialità in Billy Idol come solo act, e comincia a
lavorare dietro le quinte per giungere a questo fine.
I
due ragazzi, intanto, rivitalizzano il loro connubio artistico, ribattezzandolo
Gen X. Assoldano il batterista Terry
Chimes (Clash) come membro ufficiale, e ricominciano totalmente da zero le
incisioni dei brani di Sweet Revenge
agli AIR studios. Per assicurarsi che la Chrysalis sovvenzioni la gestazione
dell’album e le fasi successive, Idol firma un contratto che lo vincola come
artista solista alla casa discografica, nel qual caso la band si sciolga.
Per
la produzione, i Gen X si rivolgono a Keith Forsey, batterista e discepolo di Giorgio
Moroder. Le parti di chitarra sono principalmente affidate allo scozzese John
McGeoch (ex Magazine), sebbene alle sessions di Dancing with Myself partecipino
tre chitarristi differenti: Steve New (lead); Steve Jones (ritmica) e Danny
Kustow (overdubs). New e Jones suoneranno anche su Untouchables.
Il
nuovo album abbraccia l’ala moderata della new wave. Basso e ritmiche la fanno
da padrone. La voce di Billy gioca sui toni bassi, appare più profonda e
incisiva. L’unica vera innovazione del disco è proprio Dancing with Myself, con
il suo mix insolito ed esplosivo di pop, rock e dance.
Billy,
intanto, comincia a frequentarsi con la ballerina Perri Lister, membro della
formazione Hot Gossip; i due diventano una coppia. E’ il rapporto umano
principale che viene a delinearsi in questa fase della sua vita, dato che il
cantante platinato sta vivendo incomprensioni forti con James e si sta
immergendo a capofitto nella progressiva alienazione fabbricata dalle droghe e
i narcotici.
Parallelamente,
Bill Aucoin si destreggia tra Inghilterra e America. Proprio in questo periodo,
sta curando il management di una nuova rock band di New York, The Fine Malibus,
il cui chitarrista è il pirotecnico Steve Stevens.
Il
3 ottobre, i Gen X lanciano il loro primo singolo, Dancing with Myself/Ugly Rash.
Il 45 giri si piazza al #62 della classifica britannica, per poi morire. Il
missaggio del singolo è leggermente differente dalla versione che Idol
utilizzerà in futuro: chitarra e basso sono più definite rispetto alla voce.
Nella
band entra a far parte il chitarrista James Stevenson, proveniente dai Chelsea,
chiudendo così il cerchio con le origini dei Generation X. Il quartetto adotta un
look tra il new romantic ed il goth, dunque si imbarca in un tour a novembre
che durerà per due mesi.
Nonostante
tali premesse complicate e in parte disastrose, gli anni ottanta, in una maniera
inaspettata e imprevedibile, saranno rischiarati dalla luce di una nuova
superstar mondiale, emersa dalle ceneri della Cometa X: Billy Idol!
Scritto da Tiziano Caliendo.
Copyright delle foto ai relativi fotografi e case discografiche.
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